Dieta ricca di zuccheri e colite

Dieta ricca di zuccheri e colite

UNA DIETA RICCA DI ZUCCHERI ALTERA IL MICROBIOTA INTESTINALE E INDUCE LA COLITE, PERCHÈ SI RIDUCONO GLI ACIDI GRASSI A CATENA CORTA

La malattia infiammatoria intestinale (IBD) e i suoi due sottotipi come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa sono di natura multifattoriale e si sviluppano a causa di una complessa interazione tra fattori genetici, ambientali, microbici e immunologici.

Sebbene l’importanza della dieta nello sviluppo di IBD rimanga poco chiara, i fattori dietetici sembrano svolgere un ruolo nell’innesco di riacutizzazioni della malattia o nella modulazione. Di interesse è stato l’aumento parallelo sia di una “dieta occidentale” (ovvero una dieta ricca di grassi e zuccheri raffinati) in tutto il mondo sia di un aumento dell’incidenza di IBD.

Consumare molti zuccheri raffinati anche per un breve periodo, oltre a modificare il microbiota intestinale, sembrerebbe favorire lo sviluppo di colite. Numerosi sono gli studi che hanno messo in relazione la dieta occidentale con le patologie infiammatorie intestinali. L’elevato apporto di zuccheri, anche solo per un breve periodo, favorisce lo sviluppo di colite e della risposta infiammatoria. Studi basati sulla popolazione infatti hanno dimostrato che i pazienti affetti da IBD ritengono che gli alimenti “zuccherini” peggiorano la gravità dei sintomi. I sintomi tendono a migliorare con supplementazione di alcuni acidi grassi a catena corta, come l’acetato

È interessante notare che l’elevata incidenza di IBD associata a una dieta ricca di zuccheri può essere invertita da una dieta ricca di fibre.

Le fibre alimentari sono nutrimento per i batteri intestinali. Il meccanismo protettivo delle fibre alimentari è dovuto alla produzione degli acidi grassi a catena corta da parte di specifiche popolazioni batteriche. Questi acidi grassi a catena corta, che includono butirrato e acetato, svolgano un ruolo nello stato di IBD, infatti nei pazienti affetti da disturbi intestinali, la loro concentrazione è ridotta notevolmente.

La dieta ricca di zuccheri induce inoltre dei danni alle cellule intestinali con invasione di batteri; questo porta all’aumentata infiltrazione di neutrofili e monociti che amplificano e poi risolvono efficacemente l’infiammazione.

UNA DIETA RICCA DI ZUCCHERI PORTA A UNA RAPIDA DISBIOSI MICROBICA

Considerato che le alterazioni nella composizione microbica intestinale sono state collegate a una maggiore suscettibilità alla colite, è stato analizzato il microbiota prima e dopo il cambio di dieta.

I cambiamenti microbici indotti da una dieta ricca di zuccheri sono stati associati a cambiamenti significativi nelle concentrazioni di acidi grassi a catena corta, in particolare l’acetato. È stato dimostrato che un’esposizione di soli due giorni a una dieta ricca di zuccheri altera rapidamente la composizione microbica intestinale, esaurisce gli acidi grassi a catena corta e aumenta la suscettibilità alla colite. L‘effetto drammatico di soli due giorni include anche la perdita di importanti microbi produttori di acidi grassi a catena corta, appartenenti alla famiglia delle Lachnospiraceae. Questa famiglia è in grado di produrre numerosi acidi grassi a catena corta, inclusi butirrato e acetato.

UNA DIETA RICCA DI ZUCCHERI È STATA ASSOCIATA A UNA DIMINUZIONE COMPLESSIVA DELLA DIVERSITÀ MICROBICA

La diversità della comunità e le interazioni tra i diversi microbi sono cruciali nella produzione di acidi grassi a catena corta. Pertanto, la perdita di singoli gruppi microbici importanti per la creazione di acidi grassi a catena corta, insieme a una perdita di biodiversità complessiva della comunità, può essere responsabile del declino degli acidi grassi a catena corta osservati in una dieta ricca di zuccheri.

È interessante notare inoltre come alcuni dolcificanti artificiali sono in grado di alterare il microbiota intestinale e influenzare le risposte fisiologiche dell’ospite, ad esempio:

  • il consumo di saccarina per 5 giorni è correlato alle alterazioni del microbiota intestinale;
  • un’assunzione di 6 settimane di Splenda (maltodestrina sucralosio) ha causato una fioritura di proteobatterie con conseguente disbiosi intestinale e infiammazione locale.

UNA DIETA RICCA DI ZUCCHERI AGISCE SULLA BARRIERA INTESTINALE CHE FUNGE DA PROTEZIONE

La perdita della funzione di barriera intestinale con una dieta ricca di zuccheri potrebbe essere dovuta a:

  1. un effetto diretto di alti livelli di saccarosio nel lume intestinale
  2. una diminuzione della produzione di acidi grassi a catena corta.

Gli acidi grassi a catena corta, inclusi acetato, propionato e butirrato, sono prodotti dalla fermentazione microbica intestinale lungo l’intero tratto intestinale, compreso l’intestino tenue. Gli acidi grassi a catena corta regolano la funzione immunitaria, la barriera intestinale, promuovono anche l’assorbimento dei nutrienti, il metabolismo dei lipidi, la produzione di mucina e l’espressione di peptidi antimicrobici. L’importanza dell’acetato nella salute dell’intestino è stata rafforzata dal miglioramento dei sintomi della colite in seguito alla sua supplementazione.

L’acetato non provoca alcun cambiamento nella composizione della comunità batterica o nell’aumentato di livelli di butirrato, ma è in grado di migliorare la salute intestinale. Diversi studi hanno precedentemente dimostrato che l’acetato induce effetti legati alla barriera intestinale con funzione protettiva sia direttamente attraverso effetti sulle cellule epiteliali che indirettamente attraverso effetti sulle cellule immunitarie.

In conclusione, una dieta ricca di zuccheri è responsabile dell’innesco e del mantenimento dell’infiammazione nei pazienti con malattia infiammatoria intestinale. I risultati mostrano che una dieta a breve termine ricca di zuccheri si traduce in una maggiore permeabilità intestinale associata a un fenotipo monocitario più infiammatorio che si traduce in una maggiore suscettibilità agli insulti del colon e una mancanza di capacità di riparare i danni.

L’aumento della permeabilità intestinale non si verifica a causa degli alti livelli di glucosio luminale, ma piuttosto a una mancanza di produzione di acidi grassi a catena corta. I risultati che l’acetato da solo allevia sostanzialmente gli effetti deleteri di una dieta ricca di zuccheri si aggiungono al corpo di prove che suggeriscono che gli acidi grassi a catena corta svolgono un ruolo cruciale nella risposta dell’intestino agli insulti e alla riparazione dei tessuti.

https://www.nature.com/articles/s41598-019-48749-2

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