I test inutili delle intolleranze alimentari

I test inutili delle intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari non sono responsabili di sovrappeso e obesità. I sintomi riguardano solitamente disturbi gastrointestinali, mal assorbimento dei nutrienti, diarrea, vomito… quindi in teoria, nella maggior parte dei casi, si tende a perdere peso e pure rapidamente.

Inoltre le intolleranze alimentari VERE sono pochissime, un esempio é l’intolleranza al lattosio la cui diagnosi la fa il medico allergologo attraverso il test del respiro.

L’intolleranza al pomodoro, al lievito, alla pasta, al tuorlo, al caciocavallo, alla verza…

… NON ESISTE!!!!

È inutile analizzare centinaia di alimenti con test che danno risultati del tutto casuali, non riproducibili quindi non affidabili.

Nonostante i numerosi studi scientifici che confermano l’inutilità di molti test sulle intolleranze alimentari, ancora troppo spesso la diagnosi viene ricercata attraverso test non validati, proposti frequentemente da farmacie, parafarmacie, erboristeria, laboratori, nutrizionisti, estetiste, palestre, etc.

I test non validati, quindi da NON BUTTARE SOLDI, sono: dosaggio IgG4, test citotossico, Alcat test, test elettrici (vega-test, elettroagopuntura di Voll, bioscreening, biostrengt test, sarm test, moratest), test kinesiologico, dria test, analisi del capello, iridologia, biorisonanza, pulse test, riflesso cardiaco auricolare.

Se si sospetta una reazione indesiderata a seguito dell’ingestione di uno o più alimenti è necessario rivolgersi al proprio medico, che valuterà l’invio allo specialista medico quale allergologo, gastro-enterologo, etc., che a sua volta valuta quali test (validati scientificamente) fare per formulare la diagnosi più corretta.

Una volta che avete la diagnosi (quella vera), potete decidere di andare dal nutrizionista / dietista o dallo stesso medico per la stesura di un piano alimentare adeguato. Solo il medico può fare diagnosi, non il nutrizionista, non il laboratorio, non il farmacista.

Le conseguenze di diete di esclusione di alimenti, non necessarie, possono determinare carenze nutrizionali anche gravi e possono aumentare il rischio di sviluppare un disturbo alimentare. Soprattutto se ci si convince che un dato cibo è responsabile dell’aumento di peso o peggio si crede che togliendo quell’elenco infinito di alimenti, si possa raggiungere quel dimagrimento e quella forma fisica tanto desiderata.

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