Olio di cocco e rischio cardiovascolare

Olio di cocco e rischio cardiovascolare

Negli ultimi anni il consumo di olio di cocco è aumentato perchè sono stati suggeriti degli effetti benefici sui  fattori di rischio delle malattie cardiovascolari.
In realtà quest’olio è ricco di grassi saturi e può aumentare le concentrazioni sieriche di colesterolo.
Utilizzando diversi dati di alcuni studi clinici, è stata condotta una revisione sistematica proprio sull’effetto del consumo di olio di cocco sui grassi nel sangue e sugli altri fattori di rischio cardiovascolare rispetto ad altri oli da cucina.
Nello studio viene confrontato, per un tempo di 2 settimane, l’effetto del consumo di olio di cocco con altri grassi.
I risultati includevano:
  •  il colesterolo lipoproteico a bassa densità (colesterolo LDL),
  •  il colesterolo lipoproteico ad alta densità (colesterolo HDL),
  •  il colesterolo totale,
  •  i trigliceridi,
  •  il grasso corporeo,
  •  i marker di infiammazione
  •  i livelli di glicemia.
I risultati riportano che il consumo di olio di cocco aumenta significativamente il colesterolo LDL e il colesterolo HDL, e non influenza in modo significativo la glicemia, l’infiammazione e l’adiposità rispetto agli altri oli vegetali.
Anche se vi è un aumento del colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDL), non è sufficiente per ridurre le malattie cardiovascolari.
I risultati dell’ultima meta-analisi pertanto non supportano in alcun modo le affermazioni dei benefici del consumo di olio di cocco per riduzione dell’adiposità. L’olio di cocco non ha avuto effetti significativi sulla riduzione del peso corporeo, sulla circonferenza vita, sulla percentuale di grasso corporeo, sull’infiammazione ​​o sul livello di glicemia a digiuno rispetto ad altri oli vegetali.
Non sono emerse dunque prove dei benefici dell’olio di cocco. Quest’olio non deve essere considerato salutare o utile alla riduzione del rischio delle malattie cardiovascolari, resta a tutti gli effetti un grasso saturo e, come suggeriscono le linee guida per la sana alimentazione, il suo consumo deve essere moderato.
Fonte:
https://www.ahajournals.org/doi/full/10.1161/CIRCULATIONAHA.119.043052

 

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