L’invecchiamento è uno dei fenomeni biologici più complessi e da secoli l’uomo è alla ricerca di una “fonte della giovinezza”. Si è visto che velocizzando la risoluzione dell’infiammazione e attraverso la modulazione-soppressione di alcuni meccanismi pro-infiammatori molecolari, sarebbe possibile rallentare l’invecchiamento cellulare. L’infiammazione prolungata e persistente infatti è distruttiva e dannosa per le cellule dell’organismo. Diversi studi di coorte esemplificano ottimali stili di vita dove per stile di vita si intende un controllo preciso del peso corporeo, restrizione calorica, buona relazione sociale e attività fisica. Tutte attività queste che riducono i meccanismi dello stress e combattono la sedentarietà che a sua volta favorisce l’infiammazione.
Anche il microbiota gioca un ruolo fondamentale. Infatti un microbiota compromesso è associato all’aumento dello stato infiammatorio. Recenti studi confermano che i cambiamenti fisiologici legati all’età nel tratto gastrointestinale, nonché le modifiche nello stile di vita, nel comportamento nutrizionale e nella funzionalità del sistema immunitario, influenzano inevitabilmente il microbiota intestinale. Il processo di invecchiamento influisce profondamente sulla struttura del microbiota umano e sull’omeostasi del sistema immunitario. A causa del suo ruolo cruciale nella fisiologia dell’ospite e nello stato di salute, le differenze legate all’età nella composizione del microbiota intestinale possono essere correlate alla progressione di malattie e fragilità nella popolazione anziana. I batteri con proprietà antiinfiammatoria sono il Faecalibacterium prauznitzii che protegge e previene l’infiammazione e l’Eubacterium limosum che mantiene nel tempo lo stato antiinfiammatorio.
La restrizione calorica e il corretto apporto di nutrienti è l’intervento più potente per la riduzione dei biomarkes infiammatori e diminuzione dei radicali liberi. Una fonte alimentare di acido arachidonico tende ad aumentare lo stato infiammatorio mentre un giusto apporto in equilibro tra omega 3 e omega 6 è indispensabile per una dieta ad azione antiinfiammatoria. Un sufficiente apporto di antiossidanti nella dieta inoltre riduce lo stress ossidativo, un esempio è il resveratrolo considerato molecola anti-aging grazie alle sue proprietà antiossidanti, anticarcinogene e antinfiammatorie.
A nascondere i segreti della longevità sono frutta e verdura grazie ai senolitici, molecole presenti principalmente in fragole, mele, agrumi, uva rossa, mirtilli, cachi; verdura, come pomodori, asparagi, cipolle e cetrioli; olii vegetali e cereali, sono risultati capaci di eliminare le cosiddette ‘cellule senescenti’, che si accumulano nell’organismo con l’età e che recenti studi hanno dimostrato giocare un ruolo di primo piano in molte malattie dell’invecchiamento. Anche i flavonoidi totali proteggono dall’invecchaimento e riducono l’infiammazione.
Combattere l’invecchiamento a tavola si può con una terapia nutrizionale anti-aging caratterizzata da una dieta ricca in zinco, tè verde, avena, agrumi, acido folico e altre vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina E e precursori del triptofano, utile non solo alla produzione di serotonina ma anche alla regolazione dello stress.
Gli studi:
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20498852
www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23855467
www.nutrieprevieni.it/invecchiamento-contrastarlo-con-frutta-e-verdura-ID18222